L’UNIONE EUROPEA CONCEDA LA PROTEZIONE TEMPORANEA ALLA POPOLAZIONE DI GAZA
Al dodicesimo giorno dall’attacco terroristico di Hamas in territorio israeliano, del 7 ottobre scorso, il bilancio dell’orrore ha superato i 12 mila feriti e i 3.400 palestinesi uccisi (tra cui circa 1000 bambini), mentre i morti israeliani sarebbero stati 1.400, oltre ai 199 ostaggi, ingiustamente detenuti nella striscia di Gaza. Là, proprio dove - nei primi 6 giorni dopo l’operazione “Alluvione al-Aqsa” rivendicata da Hamas - la reazione dello Stato
d’Israele ha scaricato sul terreno oltre 6000 bombe, anche al fosforo, senza risparmiare “corridoi sicuri”, ambulanze e ospedali.
La pioggia di esplosivo ha distrutto le case, mentre nella striscia sono state sospese le forniture di acqua, cibo, medicinali e elettricità da parte delle autorità israeliane. Alla popolazione civile di oltre 2 milioni, controllata politicamente da Hamas dal 2007, il governo israeliano ha intimato di evacuare, non si sa bene in quale direzione, visto che i valichi sia verso l’Egitto, sia verso Israele hanno continuato a rimanere chiusi.
La minaccia dell’azione di terra da parte dell’esercito israeliano pare abbia già prodotto un milione di profughi interni, che si aggiungono agli sfollati già riparati nella striscia di Gaza a seguito dell’espansione territoriale israeliana, in atto da decenni.
L’Europa si è limitata a rappresentare la propria solidarietà ad Israele, dopo il barbaro attacco del 7 ottobre scorso. Tace di fronte alla punizione collettiva del popolo palestinese che si sta consumando. Eppure il diritto internazionale vieta di uccidere indiscriminatamente la popolazione civile innocente, non più danno collaterale, ma bersaglio diretto.
Nessuna sanzione o presa di posizione è stata assunta dall’Europa nei confronti delle pratiche illegali degli insediamenti dei coloni ebrei, delle occupazioni militari, delle confische di case palestinesi, degli arresti senza processo, in aperta violazione delle svariate risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, a partire dalla n.242 del 22.11.1967 in cui l’ONU ingiunse a Israele di ritirarsi dai territori conquistati militarmente.
Il rispetto del diritto internazionale non può essere fatto rispettare selettivamente, a seconda della sfera d’influenza a cui appartiene lo Stato aggressore. Per questo
CHIEDIAMO
di applicare agli sfollati provenienti da Gaza - in particolare alle donne, a bambini e bambine - la protezione temporanea (prevista dalla Direttiva 55/2001/CE) che è stata utilizzata per la prima volta per la popolazione ucraina il 4 marzo 2022, a pochi giorni dall’invasione russa, e che è stata prorogata fino al 3 marzo 2025.
Con tale atto umanitario l’Europa ha fornito sicurezza e sostegno a oltre 4 milioni di cittadini ucraini.
Perché non può fare lo stesso con 2 milioni di abitanti di Gaza che stanno morendo sotto le bombe, senza uno Stato e una reale possibilità di difendersi?
Non è ammissibile che la Commissione UE non ravvisi le stesse condizioni per la concessione della protezione temporanea anche per gli abitanti di Gaza, formata al 40% da minori di 14 anni.
Il 10 ottobre scorso, l’ONU ha censurato l’assedio totale di Gaza “proibito dal diritto internazionale umanitario”. L’Europa deve far sentire la propria voce, disinnescare l’escalation che sta causando morti e sofferenze incalcolabili dall’altra parte del Mediterraneo, facendo rispettare i diritti umani.
In democrazia, la solidarietà e l’umanità non possono discriminare.
18/10/2023 - COORDINAMENTO NAZIONALE ECOFEM
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